Più che altro non rendersi conto di esserlo… Perché non se ne ha né il tempo né la voglia di pensarci!
Ciao Silvia! E grazie per ogni tuo disegno e pensiero condiviso 🙂
La mia bella ed io ci vogliamo bene nel profondo dove la luce non arriva ed i pesci sono mostruosi come la mia bella che si strucca nel crepuscolo. Non che io sia poi questo bel vedere. La mia mamma mi diceva mentre crescevo che sembravo un carrello di un aereo che rulla sulla ghiaia e nella polvere durante il rientro in uno di quei posti da cui la gente vorrebbe solo scappare . La mamma aveva la zucca di un poeta. Ora è La mia bella quella con la zucca. Io sono quello bello. Lei ha avuto l’idea di esportare lo stesso paio di jeans da un paese all’altro guadagnando nella differenza dei dazi. Dice che ha preso ispirazione da una storia di Zio Paperone piena di lenticchie immangiabili. Non so se mi prende in giro, ma sono 22 anni che viviamo così.
Da qualche parte qualcuno aveva preteso una ispezione doganale. La ispettrice era liscia come una lenticchia e leggeva tutte quelle riviste di moda che la mia bella non ha mai sfogliato nemmeno mentre aspettava la sciampista. Decise che era un capo vintage. Disse che era staro rodato e testato e che era come un buon vino. Voleva la ricetta per replicare il miracolo. Lo disse sorridendo sul nostro uscio con tanti denti che pareva un pesce abissale. Prendemmo tempo e le fissammo un appuntamento per il giorno dopo. Quando Lenticchia degli Abissi ritornò alla nostra porta eravamo già altrove. Sappiamo come muoverci da un paese all’altro guadagnando pure qualche soldo. In fuga senza il tempo di chiederci se eravamo felici.
Più che altro non rendersi conto di esserlo… Perché non se ne ha né il tempo né la voglia di pensarci!
Ciao Silvia! E grazie per ogni tuo disegno e pensiero condiviso 🙂
Grazie a te, Claudia! 😀 Ciao!
La mia bella ed io ci vogliamo bene nel profondo dove la luce non arriva ed i pesci sono mostruosi come la mia bella che si strucca nel crepuscolo. Non che io sia poi questo bel vedere. La mia mamma mi diceva mentre crescevo che sembravo un carrello di un aereo che rulla sulla ghiaia e nella polvere durante il rientro in uno di quei posti da cui la gente vorrebbe solo scappare . La mamma aveva la zucca di un poeta. Ora è La mia bella quella con la zucca. Io sono quello bello. Lei ha avuto l’idea di esportare lo stesso paio di jeans da un paese all’altro guadagnando nella differenza dei dazi. Dice che ha preso ispirazione da una storia di Zio Paperone piena di lenticchie immangiabili. Non so se mi prende in giro, ma sono 22 anni che viviamo così.
Da qualche parte qualcuno aveva preteso una ispezione doganale. La ispettrice era liscia come una lenticchia e leggeva tutte quelle riviste di moda che la mia bella non ha mai sfogliato nemmeno mentre aspettava la sciampista. Decise che era un capo vintage. Disse che era staro rodato e testato e che era come un buon vino. Voleva la ricetta per replicare il miracolo. Lo disse sorridendo sul nostro uscio con tanti denti che pareva un pesce abissale. Prendemmo tempo e le fissammo un appuntamento per il giorno dopo. Quando Lenticchia degli Abissi ritornò alla nostra porta eravamo già altrove. Sappiamo come muoverci da un paese all’altro guadagnando pure qualche soldo. In fuga senza il tempo di chiederci se eravamo felici.
😀
Pillola di saggezza, come al solito! 🙂 🙂 🙂
😀