Nel sogno è la wrestler indomabile Sièfattaunacerta e sta studiando il suo avversario ovvero il micidiale sportivo e necrofilo in tuta da sci Berto la Tomba. L’arbitro ordine fight !!! ed i due si abbracciano caldi e languidi come in un tango. Poi la campionessa nota si sia fatta una certa ora e si sveglia.
La prima regola del Creso Fan Club è non parlate mai del Creso Fan Club. Di fatto non esisterebbe un Creso Fan Club. Di certo non è bello parlarne in mezzo a tanti ” spalancati”, termine che nel ventiduesimo secolo la pubblicistica sostiene indichi le masse “con margini di miglioramento ” che ” abbracciano le nuove istanze “, ma che deriva da senza palanche ed è solo l’ennesimo modo per definire chi non ha i crediti per entrare in un Creso Fan Club, sempre che esista una simile istituzione.
I membri del CFC non possono mischiarsi con gli spalancati. Non è chiaro perché. Forse temono il contagio.
Cretia Mida conosceva questa regola e tutte le altre. I suoi amici non riuscivano a capire come potesse interessarsi a quell’omino spalancato ovvero un operaio perennemente in tuta e nomato Aldo Guido. Nessuno sapeva quale fosse il nome di battesimo e quale il cognome e a nessuno importava davvero. AG poteva avere qualsiasi età tra quella del primo voto e della patente e quella in cui si può sperare in una pensione anticipata per lavoro debilitante, ma non aveva mai votato, non poteva permettersi un’auto e lavorava poco e male al punto che la sua unica usura era la noia.
CM era bella e liscia come un seme di zucca baciato dall’ultimo sole del crepuscolo d’estate e componeva sonetti giapponesi centellinando una tisana prima di cominciare a pensare quale festa patrocinare. Prese a seguire AG tutti i giorni dall’alba al tramonto. Gli portava snack di semi di zucca. Gli leggeva i suoi sonetti. Tanto fece che riuscì ad invitarlo a casa per una cena informale. L’aperitivo era una tisana.
Era l’alba quando AG si svegliò su di una panchina nel parco per spalancati alla periferia della città. Indossava uno splendido completo gessato. Nelle tasche dei crediti. Qualcuno gli aveva preso la tuta.
Nel sogno è la wrestler indomabile Sièfattaunacerta e sta studiando il suo avversario ovvero il micidiale sportivo e necrofilo in tuta da sci Berto la Tomba. L’arbitro ordine fight !!! ed i due si abbracciano caldi e languidi come in un tango. Poi la campionessa nota si sia fatta una certa ora e si sveglia.
La prima regola del Creso Fan Club è non parlate mai del Creso Fan Club. Di fatto non esisterebbe un Creso Fan Club. Di certo non è bello parlarne in mezzo a tanti ” spalancati”, termine che nel ventiduesimo secolo la pubblicistica sostiene indichi le masse “con margini di miglioramento ” che ” abbracciano le nuove istanze “, ma che deriva da senza palanche ed è solo l’ennesimo modo per definire chi non ha i crediti per entrare in un Creso Fan Club, sempre che esista una simile istituzione.
I membri del CFC non possono mischiarsi con gli spalancati. Non è chiaro perché. Forse temono il contagio.
Cretia Mida conosceva questa regola e tutte le altre. I suoi amici non riuscivano a capire come potesse interessarsi a quell’omino spalancato ovvero un operaio perennemente in tuta e nomato Aldo Guido. Nessuno sapeva quale fosse il nome di battesimo e quale il cognome e a nessuno importava davvero. AG poteva avere qualsiasi età tra quella del primo voto e della patente e quella in cui si può sperare in una pensione anticipata per lavoro debilitante, ma non aveva mai votato, non poteva permettersi un’auto e lavorava poco e male al punto che la sua unica usura era la noia.
CM era bella e liscia come un seme di zucca baciato dall’ultimo sole del crepuscolo d’estate e componeva sonetti giapponesi centellinando una tisana prima di cominciare a pensare quale festa patrocinare. Prese a seguire AG tutti i giorni dall’alba al tramonto. Gli portava snack di semi di zucca. Gli leggeva i suoi sonetti. Tanto fece che riuscì ad invitarlo a casa per una cena informale. L’aperitivo era una tisana.
Era l’alba quando AG si svegliò su di una panchina nel parco per spalancati alla periferia della città. Indossava uno splendido completo gessato. Nelle tasche dei crediti. Qualcuno gli aveva preso la tuta.
😀
ahahahahahah…. il cane disgustato e stizzito da cotanto gusto tresh della sua padrona/amica Lucrezia ahahahaha Grande Silvia!!
😀
Be’, per me Lucrezia ha perfettamente ragione. Certe tute sono molto larghe; così larghe che si potrebbe indossarla in due… 😉
😀