Nel sogno è Adamo Hegel , algido platinato partner di Malefika, la regina del terrore. E’ sdraiato non rilassato su di un divano e racconta al dottor Maxwell Smart dei suoi attacchi di panico e del fatto che abbia ormai perso l’orientamento ed il dottore fa per prendere una bussola sulla sua scrivania, quando suona la sua scarpa, come nel telefilm che Adamo guardava da bimbo, ed il clinico si scusa e risponde al suo Smartphone.
Titus Faraday si sveglia di soprassalto nel camerino di Lou Ganesh tra le maschere e costumi di scena di Lou e pensa non per la prima volta di non avere nemmeno la consistenza dei filtri che la sua Lou interpone tra il personaggio di trasformista dal talento quasi soprannaturale ed il suo pubblico adorante. Titus era stato un manager magnetico che delimitava coi suoi contratti l’ambito dei suoi clienti – la famigerata gabbia di Faraday – fino alla rivoluzione copernicana arrivata con Lou.
Ora era triste e e demotivato e non riusciva più a fare nemmeno le cose più semplici.
Aveva davvero bisogno di aiuto.
Doc B. Zyklon non sembra tanto uno psicoanalista quanto il maresciallo di un magazzino casermaggio in tempo di pace in un Paese in cui esiste ancora la leva. Ha il sorriso malefico di chi sa sempre come Malefika porterà a termine il colpo senza sbirciare le ultime pagine del tascabile . Dice a Titus che non deve temere la Lou fuori nel mondo quanto quella dentro Titus e gli ordina – non consiglia, non prescrive – di espellere il Ganesh dal suo cuore. Terapia d’urto . Titus esce dallo studio con il sorriso di chi non vede l’ora di riprendere a leggere il tascabile di Malefika e vedere come finisce.
B. Zyklon solo nel suo studio sorride – solo un sorriso , come dovrebbero essere tutti i sorrisi – e si leva la maschera.
Ahahah bellissima! 🙂
😀
Nel sogno è Adamo Hegel , algido platinato partner di Malefika, la regina del terrore. E’ sdraiato non rilassato su di un divano e racconta al dottor Maxwell Smart dei suoi attacchi di panico e del fatto che abbia ormai perso l’orientamento ed il dottore fa per prendere una bussola sulla sua scrivania, quando suona la sua scarpa, come nel telefilm che Adamo guardava da bimbo, ed il clinico si scusa e risponde al suo Smartphone.
Titus Faraday si sveglia di soprassalto nel camerino di Lou Ganesh tra le maschere e costumi di scena di Lou e pensa non per la prima volta di non avere nemmeno la consistenza dei filtri che la sua Lou interpone tra il personaggio di trasformista dal talento quasi soprannaturale ed il suo pubblico adorante. Titus era stato un manager magnetico che delimitava coi suoi contratti l’ambito dei suoi clienti – la famigerata gabbia di Faraday – fino alla rivoluzione copernicana arrivata con Lou.
Ora era triste e e demotivato e non riusciva più a fare nemmeno le cose più semplici.
Aveva davvero bisogno di aiuto.
Doc B. Zyklon non sembra tanto uno psicoanalista quanto il maresciallo di un magazzino casermaggio in tempo di pace in un Paese in cui esiste ancora la leva. Ha il sorriso malefico di chi sa sempre come Malefika porterà a termine il colpo senza sbirciare le ultime pagine del tascabile . Dice a Titus che non deve temere la Lou fuori nel mondo quanto quella dentro Titus e gli ordina – non consiglia, non prescrive – di espellere il Ganesh dal suo cuore. Terapia d’urto . Titus esce dallo studio con il sorriso di chi non vede l’ora di riprendere a leggere il tascabile di Malefika e vedere come finisce.
B. Zyklon solo nel suo studio sorride – solo un sorriso , come dovrebbero essere tutti i sorrisi – e si leva la maschera.
😀