Ikona era nata in uno di quei Paesi in cui chi era nato altrove credeva si facessero code per il pane e si contrabbandassero jeans e vinili di musica jazz ed era cresciuta in uno di quei Paesi dove lavoratori dipendenti e pensionati sono sicuri di pagare i vizi dei commercianti. I suoi genitori si erano sempre comportati come se non si fossero mai allontanati dalla loro terra natale e non si regalavano jeans o jazz nemmeno a Natale. Ikona era stata una bimba triste e pingue con scarpone da alpino ed i compagni di classe la chiamavano alle spalle e poi anche no Trudy.
Per i 20 anni in fabbrica, il Buon Padrone – un uomo per cui stile era saper raccontare bene la barzelletta del vescovo e della peripatetica – regalò a Trudy un orologino di latta rotto. Almeno due volte al giorno segnerà l’ora giusta risero le colleghe. Ikona non aveva mai ricevuto un regalo. Le sembrò una epifania anche se erano i giorni prima di Pasqua. Sul bus che la riportava a casa cedette persino il posto ad una vecchina con il deambulatore e le sporte della spesa che ci rimase di sasso perchè era la prima volta che quella ragazzona si comportava così con lei in quattro lustri.
Sul marciapiede camminava con gli occhietti puntati sul quadrante dell’orologio. Girato l’angolo, prese in pieno uno spilungone a la Pippo che correva come un matto e che rimbalzò sulle forme boteriane di Ikona. Era un fotografo di una rivista di quelle che fanno tendenza e tendeva ad un entusiasmo contagioso per ogni cosa decidesse era La Novità. Rimase folgorato da quella signora dalle forme generose e dallo sguardo di bimba che ha trovato una pietruzza sbrilluccicante sulla spiaggia in mezzo alle conchiglie e da quel look da marine cassaintegrato.
In capo ad un mese, Ikona era virale e pagava più di una persona per dirle che ore erano…
Oh, ma già lo sei, Lucrezia!! 🙂 🙂 🙂
Grazie, Rosa Maria… 😀
Sono ( quasi ) sicuro che se Lucrezia potesse crearsi un regno, lo chiamerebbe Principato di Azzurronia. 😀
😀
Ikona era nata in uno di quei Paesi in cui chi era nato altrove credeva si facessero code per il pane e si contrabbandassero jeans e vinili di musica jazz ed era cresciuta in uno di quei Paesi dove lavoratori dipendenti e pensionati sono sicuri di pagare i vizi dei commercianti. I suoi genitori si erano sempre comportati come se non si fossero mai allontanati dalla loro terra natale e non si regalavano jeans o jazz nemmeno a Natale. Ikona era stata una bimba triste e pingue con scarpone da alpino ed i compagni di classe la chiamavano alle spalle e poi anche no Trudy.
Per i 20 anni in fabbrica, il Buon Padrone – un uomo per cui stile era saper raccontare bene la barzelletta del vescovo e della peripatetica – regalò a Trudy un orologino di latta rotto. Almeno due volte al giorno segnerà l’ora giusta risero le colleghe. Ikona non aveva mai ricevuto un regalo. Le sembrò una epifania anche se erano i giorni prima di Pasqua. Sul bus che la riportava a casa cedette persino il posto ad una vecchina con il deambulatore e le sporte della spesa che ci rimase di sasso perchè era la prima volta che quella ragazzona si comportava così con lei in quattro lustri.
Sul marciapiede camminava con gli occhietti puntati sul quadrante dell’orologio. Girato l’angolo, prese in pieno uno spilungone a la Pippo che correva come un matto e che rimbalzò sulle forme boteriane di Ikona. Era un fotografo di una rivista di quelle che fanno tendenza e tendeva ad un entusiasmo contagioso per ogni cosa decidesse era La Novità. Rimase folgorato da quella signora dalle forme generose e dallo sguardo di bimba che ha trovato una pietruzza sbrilluccicante sulla spiaggia in mezzo alle conchiglie e da quel look da marine cassaintegrato.
In capo ad un mese, Ikona era virale e pagava più di una persona per dirle che ore erano…
😀
Invecchiare Con Orgoglio,Naturalezza,Armonia… Lucrezia invecchierà senz’altro così e sarà un’ICONA meravigliosa!
😀
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