Era ancora giorno, ma la luce era quella del crepuscolo elettrico e saturo di alcuni video musicali di un tempo con i cantanti che cantano da uno scoglio col vento nei capelli. La torre di vetro era altissima e naturalmente le finestre erano sigillate per evitare che, inavvertitamente, qualcuno raggiungesse il suolo senza scale o ascensore. Nella sala riunioni tutti guardavano il vecchio che sapeva già cosa gli avrebbe detto il giovane: è’ opportuno lei consideri la possibilità di capitalizzare il suo tempo altrove era la formula di rito. Il vecchio, che ricordava tempi in cui le torri non sfidavano il cielo e le finestre erano aperte nella luce elettrica di un crepuscolo di fine estate, sorrise.
Nel sogno il giovane era ancora un bimbo e suo nonno faceva un origami di una barca e lo infilava in una bottiglia di vetro. Il nonno sorrideva ed il bimbo fu immediatamente acchiappato da un malumore che mutò in un pianto sommesso e consapevole da vecchio.
Il giovane si svegliò di soprassalto nel letto basso giappo orientato secondo una filosofia che non aveva mai capito e capitalizzato e lanciò una occhiata alla compagna senza davvero riconoscerla e quindi riconoscendola per la prima volta.
Era giorno di brainstorming stratetico e tattico per tracciare la rotta della barca di vetro sigillato in cui era stato mozzo ed ora era mezzo capitano. Prese la parola e parlò della necessità di tornare a sorridere e cantare nel vento che entra dalla finestra. Nessuno lo interruppe. Quando ebbe terminato, i suoi colleghi si guardarono e poi uno prese la parola e disse al giovane consapevole di esser stato fino a quel momento vecchio che era opportuno considerasse la possibilità di capitalizzare il suo tempo altrove…
Era ancora giorno, ma la luce era quella del crepuscolo elettrico e saturo di alcuni video musicali di un tempo con i cantanti che cantano da uno scoglio col vento nei capelli. La torre di vetro era altissima e naturalmente le finestre erano sigillate per evitare che, inavvertitamente, qualcuno raggiungesse il suolo senza scale o ascensore. Nella sala riunioni tutti guardavano il vecchio che sapeva già cosa gli avrebbe detto il giovane: è’ opportuno lei consideri la possibilità di capitalizzare il suo tempo altrove era la formula di rito. Il vecchio, che ricordava tempi in cui le torri non sfidavano il cielo e le finestre erano aperte nella luce elettrica di un crepuscolo di fine estate, sorrise.
Nel sogno il giovane era ancora un bimbo e suo nonno faceva un origami di una barca e lo infilava in una bottiglia di vetro. Il nonno sorrideva ed il bimbo fu immediatamente acchiappato da un malumore che mutò in un pianto sommesso e consapevole da vecchio.
Il giovane si svegliò di soprassalto nel letto basso giappo orientato secondo una filosofia che non aveva mai capito e capitalizzato e lanciò una occhiata alla compagna senza davvero riconoscerla e quindi riconoscendola per la prima volta.
Era giorno di brainstorming stratetico e tattico per tracciare la rotta della barca di vetro sigillato in cui era stato mozzo ed ora era mezzo capitano. Prese la parola e parlò della necessità di tornare a sorridere e cantare nel vento che entra dalla finestra. Nessuno lo interruppe. Quando ebbe terminato, i suoi colleghi si guardarono e poi uno prese la parola e disse al giovane consapevole di esser stato fino a quel momento vecchio che era opportuno considerasse la possibilità di capitalizzare il suo tempo altrove…
😀
Di malumore ne ho svariati sacchi ultimamente… quando hai capito dove si butta fammelo sapere
Ok. 🙂