Per non dimenticare
Disegnato da Silvia Ziche, nella categoria Varie
Domani, 27 gennaio, è il Giorno della Memoria.
Settant’anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe russe entrarono ad Auschwitz. Si trovarono di fronte l’orrore assoluto di quello che gli uomini sono riusciti a fare agli uomini. Non dimentichiamo, aiutiamo chi ci sta intorno a ricordare, perché gli ultimi testimoni, che portano ancora i segni sulla pelle, non saranno sempre con noi. Sta a noi tramandare la memoria. Leggiamo Se questo è un uomo, di Primo Levi. Leggiamo i libri di storia, studiamo i periodi più bui della Storia dell’Uomo, non liquidiamo tutto come cosa passata. Andiamo a visitare i luoghi in cui si è compiuto l’Olocausto. Io sono stata a Dachau: è stata un’esperienza traumatica, ma necessaria. Non lasciamo che il ricordo affievolisca, non lasciamo che la storia si ripeta. Adesso sta a noi.
Bellissimo e significativo disegno. Ora sta a noi scrivere la pagina bianca del nostro futuro, ricordando gli orrori che hanno segnato il nostro passato per evitarli in futuro. Per non dimenticare. Grazie per la magnifica vignetta 🙂
Grazie Gaia! Grazia Sara! Buon futuro a voi! 🙂
straordinaria Ziche!
Grazie Katerina… 😀
Concordo con le tue parole non bisogna mai dimenticare quello che successo,ma sono del parere che non bisogna ricordarlo solo domani che è il giorno della memoria per farsi vedere dagli altri che si è dalla parte dei ”buoni”,e si è tutti ”santi” poichè tra tutti questi cosidetti buoni vige l’ipocrisia poichè passate le 24 ore tornano ad occupare l’altra parte della vignetta,quindi in poche parole secondo me il ricordo dovrebbe essere costante
Giusto. 🙂
Silvia, adoro tutte le tue creazioni sia quelle pungenti ironiche e divertenti sia quelle più serie come questa e quella pensata per Je suis Charlie. Grazie della tua generosità.
Grazie a te, Stefania! 🙂
Sacrosanto.
🙂
per non dimenticare: tutte le persone dovrebbero ad andare Auschwitz, almeno una volta nella vita.
Li, è ancora vivo quanto è successo, ho percepito l’odore, la paura che è terrore.
La cosa più terrificante, è vedere montagne di scarpe da bambini, si è ancora vivo l’orrore.
Ho visto molti documentari, e anche diversi film, ma mai avrei immaginato quanto ho visto li, ad Auschwitz.
L’orrore, è vivo, è presente.
I giovani devono essere informati, per non dimenticare.
Vero. Hai ragione.
Grazie Silvia. Per la condivisione e per il pro-memoria. A Buchenwald la terra su cui poggi i piedi sono i corpi delle persone annientate. Non si puo immaginare le atrocità fatte dall’uomo all’uomo. Bisogna leggerle, rivederle nelle immagini. Sono stato a Weimar e non ho mai visitato il campo. Probabilmente non sarei più riuscito a separare le immagini della cittadina del Bauhaus da quella del campo di concentramento.
E’ vero, non si riesce a immaginare. E quando si visita un campo, con le baracche, gli oggetti, le foto, i forni, non si riesce a credere. Poi non si riuscirà più a dimenticare. Grazie Ettore.
Certo, sarebbe anche il caso che la stessa scuola si mettesse a insegnare un po’ di più la storia recente (vedi le due guerre mondiali e il nazifascismo), magari sacrificando, se proprio necessario, qualche guerra punica. Ma forse chiedo troppo…
Hai ragione…
Volevo dare il mio piccolo contributo da giorni… lo faccio ora, dopo aver visto un documentario su Primo Levi a Rai5.
“Se questo è un uomo” è stata una rivelazione e una grande, tardiva passione …
Tra l’altro il libro era stato consigliato proprio a scuola a mio figlio, come lettura estiva tra seconda e terza media, in preparazione al programma di storia di terza.
Eravamo in vacanza al mare ed io lo leggevo ogni giorno ad alta voce sotto l’ombrellone, con figlio e marito ad ascoltare.
Sentivamo pesantemente il contrasto tra la nostra condizione spensierata ed il dramma atroce raccontato in quelle pagine.
Un giorno stavo affrontando un capitolo particolarmente drammatico, ero concentrata sul dolore ma le parole uscivano molto facilmente … ad un certo punto, alzando gli occhi, mi sono accorta che non solo noi, ma anche le persone degli ombrelloni vicini, TUTTE, erano sedute in silenzio ed ascoltavano, gli occhi fissi su di noi, ferme, inorridite e partecipi.
E’ stata una sensazione di vertigine, da togliere il fiato, vedere come tutti in quel momento capissero e sentissero allo stesso modo.
La sofferenza aveva scavalcato di un balzo cinquant’anni, quelle povere persone venivano ricordate ancora, una per una, da dei perfetti sconosciuti che provavano infinita pietà per loro… mi ha aperto il cuore
E’ vero Rosa Maria. Le parole di Primo Levi sono potentissime. Grazie!
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