Nel sogno la sua astronave aveva appena iniziato a spegnere i motori per planare leggera e dall’oblò poteva vedere tutte quelle creature pallide e senza squame e con solo due braccia che rivolgevano verso di lei i loro dispositivi elettronici per immortalare il suo arrivo ed a quel punto notava che le sue mani erano quattro e palmate e verdi e che era in una versione fate l’amore e non quella altra cosa del racconto La Sentinella di Fredric Brown.
Lou Kreep si svegliò e si disse che quello scrittore proprio non le piaceva e si ricordò solo in quel momento che era nel lettino di sotto di un letto a castello in una colonia per bimbi ed intecettò con la sua zucca di zitella bitorzoluta la rete di metallo del letto di sopra e prese a spiegare all’universo tutto quanto detestasse l’universo tutto e pareva una strega in un cartoon Disney che sacramente per una coda in autostrada.
Era l’ora del brain storming in sala riunioni. Lou era una delle ribelli dell’universo tutto contro la dittatura del grande collettore automatico ovvero un computer collegato via periferiche a tutti gli altri computer. La dottoressa Kreep era stata a capo del progetto tanti anni prima ed il suo desiderio di annientare il suo figliolo elettronico aveva agli occhi degli altri congiurati qualcosa della tragedia greca.
Era il gran giorno. Lou ed il suo team avevano sintetizzato la prima generazione di nanocomputer liquidi senzienti ovvero delle proteine intelligenti e respnsabili che sarebbero state iniettate in un punto qualsiasi di un qualsiasi terminale e avrebbero sovrascritto il collettore.
Fu come cambiare ex abrupto la programmazione di una lavatrice. Dai novanta gradi per sterilizzare cotone bianco a lavaggio leggero per i colorati. La macchina cambiò passo e quasi fece le fusa.
Lou sorrise come lo stregatto prima di chiederle dove fosse Fredo Browning , l’uomo che le aveva portato via il collettore ed il cuore. Il computer rispose che Fredo aveva capito il suo errore ed aveva fatto di tutto per tornare indietro , ma si era perso in un frattale di accesso ad un buco nero ingresso di un’ altra dimensione secondo la teoria delle stringhe e che le ultime parole prima di essere ridotto a due coordinate bidimensionali in un sistema a tre erano state per lei.
Proteine intelligenti e responsabili che avevano trovato una risposta che pacificasse il cuore della loro mamma…
Nonostante l’aria felice e soddisfatta di Lucrezia, ho provato un brivido di tristezza..Senza falsi moralismi o retorica, io preferisco “esserci” in ciò che veramente conta, ma a Lucrezia concedo di essere felice anche così ?
sembra la serie black mirror….. aiuto!!!!!!!!
😀
Adoro queste espressioni, felici e sorridenti, che sai dare a Lucrezia! Silvia, tu sei STRA-OR-DI-NA-RIA! 🙂
Grazie, Pio! 🙂
Nel sogno la sua astronave aveva appena iniziato a spegnere i motori per planare leggera e dall’oblò poteva vedere tutte quelle creature pallide e senza squame e con solo due braccia che rivolgevano verso di lei i loro dispositivi elettronici per immortalare il suo arrivo ed a quel punto notava che le sue mani erano quattro e palmate e verdi e che era in una versione fate l’amore e non quella altra cosa del racconto La Sentinella di Fredric Brown.
Lou Kreep si svegliò e si disse che quello scrittore proprio non le piaceva e si ricordò solo in quel momento che era nel lettino di sotto di un letto a castello in una colonia per bimbi ed intecettò con la sua zucca di zitella bitorzoluta la rete di metallo del letto di sopra e prese a spiegare all’universo tutto quanto detestasse l’universo tutto e pareva una strega in un cartoon Disney che sacramente per una coda in autostrada.
Era l’ora del brain storming in sala riunioni. Lou era una delle ribelli dell’universo tutto contro la dittatura del grande collettore automatico ovvero un computer collegato via periferiche a tutti gli altri computer. La dottoressa Kreep era stata a capo del progetto tanti anni prima ed il suo desiderio di annientare il suo figliolo elettronico aveva agli occhi degli altri congiurati qualcosa della tragedia greca.
Era il gran giorno. Lou ed il suo team avevano sintetizzato la prima generazione di nanocomputer liquidi senzienti ovvero delle proteine intelligenti e respnsabili che sarebbero state iniettate in un punto qualsiasi di un qualsiasi terminale e avrebbero sovrascritto il collettore.
Fu come cambiare ex abrupto la programmazione di una lavatrice. Dai novanta gradi per sterilizzare cotone bianco a lavaggio leggero per i colorati. La macchina cambiò passo e quasi fece le fusa.
Lou sorrise come lo stregatto prima di chiederle dove fosse Fredo Browning , l’uomo che le aveva portato via il collettore ed il cuore. Il computer rispose che Fredo aveva capito il suo errore ed aveva fatto di tutto per tornare indietro , ma si era perso in un frattale di accesso ad un buco nero ingresso di un’ altra dimensione secondo la teoria delle stringhe e che le ultime parole prima di essere ridotto a due coordinate bidimensionali in un sistema a tre erano state per lei.
Proteine intelligenti e responsabili che avevano trovato una risposta che pacificasse il cuore della loro mamma…
😀
Nonostante l’aria felice e soddisfatta di Lucrezia, ho provato un brivido di tristezza..Senza falsi moralismi o retorica, io preferisco “esserci” in ciò che veramente conta, ma a Lucrezia concedo di essere felice anche così ?
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