A pochi minuti da Omega Day, Selenio -da sempre gestore del Bar Giglio – mentre tutti gli altri residenti di Villa Arzilla pregavano i loro dei o andavano in overdose di fosforo nel tentativo di ricordare giorni in cui non potevano suonare le nacchere con il loro sorriso di ceramica come quel mattacchione del ragionier Folico sotto lo sguardo acido della sua decrepita badante, continuava imperterrito a spacciare i suoi caffelatte con schiumetta on the edge per cappuccini takeaway di Starbucks sebbene nessuno dei suoi clienti avesse la forza di trascinare il proprio deambulatore oltre il profilo del flipper . La sua filosofia di vita avrebbe potuto essere trascritta sul bavaglino della signora Mina – non che la signora se ne sarebbe mai accorta – e sostanzialmente era l’idea che prima o poi da qualche parte qualcuno avrebbe deciso che era il caso di spegnere le luci e ricominciare magari altrove.
Da tempo non nascevano bimbi, forse x non rubare spazio ai vecchi che non ne volevano sapere di lasciare il posto. Non poteva durare. Dalla rete arrivò il Grande Integratore, non proprio una persona quanto una idea cristallizzata in un faccione giovane e senza rughe e con il sorriso del ballerino di flamenco che suona le nacchere come un virtuoso. Disse a tutti che tutto doveva finire per ricominciare magari altrove. Nel Giorno Ics tutti avrebbero premuto un pulsante su di uno scatolotto e deciso della sorte di qualcun altro.
Selenio non premette il suo pulsante. Stava scaldando il latte a vapore per l’ultimo cappuccio che avrebbe assunto da solo una volta tanto e si perse in quelle ondine a la Hokusai. Notò immediatamente un silenzio innaturale.
Poi la sedia a rotelle della signora Mina entrò nel bar seguita da tutti gli altri ospiti. Al crepuscolo aveva finito anche il caffé di vecchie razioni kappa di quando era alpino…
Uh! Oggi ho dimenticato di prendere i miei, di integratori!!!
… Fa niente, sono bella lo stesso 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
(l’integratore di autostima io ce l’ho incorporato… dev’essere l’età!)
A pochi minuti da Omega Day, Selenio -da sempre gestore del Bar Giglio – mentre tutti gli altri residenti di Villa Arzilla pregavano i loro dei o andavano in overdose di fosforo nel tentativo di ricordare giorni in cui non potevano suonare le nacchere con il loro sorriso di ceramica come quel mattacchione del ragionier Folico sotto lo sguardo acido della sua decrepita badante, continuava imperterrito a spacciare i suoi caffelatte con schiumetta on the edge per cappuccini takeaway di Starbucks sebbene nessuno dei suoi clienti avesse la forza di trascinare il proprio deambulatore oltre il profilo del flipper . La sua filosofia di vita avrebbe potuto essere trascritta sul bavaglino della signora Mina – non che la signora se ne sarebbe mai accorta – e sostanzialmente era l’idea che prima o poi da qualche parte qualcuno avrebbe deciso che era il caso di spegnere le luci e ricominciare magari altrove.
Da tempo non nascevano bimbi, forse x non rubare spazio ai vecchi che non ne volevano sapere di lasciare il posto. Non poteva durare. Dalla rete arrivò il Grande Integratore, non proprio una persona quanto una idea cristallizzata in un faccione giovane e senza rughe e con il sorriso del ballerino di flamenco che suona le nacchere come un virtuoso. Disse a tutti che tutto doveva finire per ricominciare magari altrove. Nel Giorno Ics tutti avrebbero premuto un pulsante su di uno scatolotto e deciso della sorte di qualcun altro.
Selenio non premette il suo pulsante. Stava scaldando il latte a vapore per l’ultimo cappuccio che avrebbe assunto da solo una volta tanto e si perse in quelle ondine a la Hokusai. Notò immediatamente un silenzio innaturale.
Poi la sedia a rotelle della signora Mina entrò nel bar seguita da tutti gli altri ospiti. Al crepuscolo aveva finito anche il caffé di vecchie razioni kappa di quando era alpino…
😀
Uh! Oggi ho dimenticato di prendere i miei, di integratori!!!
… Fa niente, sono bella lo stesso 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
(l’integratore di autostima io ce l’ho incorporato… dev’essere l’età!)
😀