Oggi si chiama Vim Kezi, piccolo editore con velleità di poeta folk. Apolide fino ai trent’anni. Astigmatico. Adora l’insalata di farro. Due divorzi. Nessun figlio. Lo specchio rimanda l’immagine di un tizio di mezza età con il naso a becco di poiana e denti irregolari come le tessere di puzzles diversi in un tentativo di estrema sintesi . Ha imparato a memoria versi immortali come ” C’è tanta gente al mondo che non ha riso mai/ c’è tanta gente al mondo che non ha pasta mai / c’è tanta gente al mondo che non ha Pastamatic “. Si rende conto che il suo responsabile codename Zilvio non ha orecchio per la prosodìa e ha passato l’ultima ora seduto ad un tavolino scrivendo cose come ” Ora so /ma ciò non mi conforta / nel crepuscolo mi perderò/ sperando sia profondo ” mentre aspetta il suo contatto che riconoscerà , ha detto Zilvio, perchè ” ordinerà una Diet Coke e avrà un look che valorizzerà la sua forma perfetta “. Come tutti gli altri contatti fino a lì del resto.
– Ora so ,ma ciò non mi conforta ! mi suona così definitivo…come una porta che si chiude…-
Vim alza lo sguardo ed incontra quello di una donzella rotonda come la sposa di Gambadilegno. Zella ha un vestito a fiori. Con tantissimi fiori. Non ha ordinato bibite e pesa come una squadra di contatti, ma è tanto che qualcuno non parla a Vim di altro che non siano codici . In fondo la poesia è un codice di estrema sintesi.
Zella e Vim cominciano a discutere della paura e del desiderio di guardare negli occhi l’abisso e scoprire che forse è un mare di fiori. Si incamminano dialogando fitto fitto. Vim ora è un poeta e Zella la sua Musa. Tutta questione di forza di volontà.
Skianto di Kontatto , dopo dieci litri di diet coke , emise un suono di natura digestiva che la fece apparire agli occhi degli astanti come la sorella anoressica di Chewbacca.
Se trovi il negozio mi passi l’indirizzo?
Grazie!
Certo! 😀
Oggi si chiama Vim Kezi, piccolo editore con velleità di poeta folk. Apolide fino ai trent’anni. Astigmatico. Adora l’insalata di farro. Due divorzi. Nessun figlio. Lo specchio rimanda l’immagine di un tizio di mezza età con il naso a becco di poiana e denti irregolari come le tessere di puzzles diversi in un tentativo di estrema sintesi . Ha imparato a memoria versi immortali come ” C’è tanta gente al mondo che non ha riso mai/ c’è tanta gente al mondo che non ha pasta mai / c’è tanta gente al mondo che non ha Pastamatic “. Si rende conto che il suo responsabile codename Zilvio non ha orecchio per la prosodìa e ha passato l’ultima ora seduto ad un tavolino scrivendo cose come ” Ora so /ma ciò non mi conforta / nel crepuscolo mi perderò/ sperando sia profondo ” mentre aspetta il suo contatto che riconoscerà , ha detto Zilvio, perchè ” ordinerà una Diet Coke e avrà un look che valorizzerà la sua forma perfetta “. Come tutti gli altri contatti fino a lì del resto.
– Ora so ,ma ciò non mi conforta ! mi suona così definitivo…come una porta che si chiude…-
Vim alza lo sguardo ed incontra quello di una donzella rotonda come la sposa di Gambadilegno. Zella ha un vestito a fiori. Con tantissimi fiori. Non ha ordinato bibite e pesa come una squadra di contatti, ma è tanto che qualcuno non parla a Vim di altro che non siano codici . In fondo la poesia è un codice di estrema sintesi.
Zella e Vim cominciano a discutere della paura e del desiderio di guardare negli occhi l’abisso e scoprire che forse è un mare di fiori. Si incamminano dialogando fitto fitto. Vim ora è un poeta e Zella la sua Musa. Tutta questione di forza di volontà.
Skianto di Kontatto , dopo dieci litri di diet coke , emise un suono di natura digestiva che la fece apparire agli occhi degli astanti come la sorella anoressica di Chewbacca.
😀
La vendono, la vendono… nello stesso negozio dove vendono Le Migliori Intenzioni, l’ho vista proprio lì
Ahahahaha! 😀 Sì, lì ce l’hanno di sicuro! 😀