Alessandro ” Lisander ” Mai aveva la testa a forma di pera abate circondata da una task force di capelli una volta bianchi ora giallicci più radi dove sarebbe stato i picciolo, il naso come una pera coscia ed il colorito di una buccia di pera kaiser nella rumenta. Il suo corpaccione ricordava il frutto di un proverbio in cui entrano anche il contadino ed il formaggio.Era stato Teenager negli anni di piombo che aveva schivato mentre si faceva le pere come i suoi amici. Da maschio ricordava un disegno di Charles Addams, ma ad un certo punto aveva deciso di far emergere la persona che premeva dal profondo ed ora che era Lisa assomigliava ad uno schizzo di Jack Davis. Lisa aveva, alla soglia dei sessanta, solo i ricordi di una vita vissuta intensamente e di porte chiuse invariabilmente sul muso. Dopo il crepuscolo la si poteva troavare sempre nella stessa bettola a parlare con le altre scorie come lei di come era stata, in una vita precedente, il road manager di una popstar paranoica promossa poi ad assaggiatrice e della lavanda gastrica dopo la indigestione di filetto di airone al burro di yak nel pronto soccorso di un veterinario di un paradiso fiscale da operetta. Cose così. Una sera Lisa notò per la prima volta, seduto ad un tavolino lontano dal suo ” show ” , un adone trentenne di quelli che nei film salvano la giornata e la ragazza. Tratti cesellati e ricciolo birichino. Cesello la guardava attento e sorrideva quando Lisa raccontava del pedalò pachistano ripieno di guano radioattivo contrabbandato come modernariato prezioso da un collezionista svizzero oltre il Muro perchè finisse nei laboratori di alcuni mad doctors che non vinsero la Guerra Fredda ed arricchirono con una alternativa allo slaim.
Cesello era lì anche la sera dopo quando Lisa evocava una miniera andina in cui il caporale puniva gli schiavi che dopo il crepuscolo non portavano abbastanza pepite cementando i loro i lobi delle orecchie e poi la scucchia e così via e di come Lisa si pagò la fuga a casa posando per uno scultore da biennale.
Una sera dopo l’altra. Lisa non osava sperare. Poi finalmente Cesello si alzò, le andò incontro , le sorrise e le disse di chiamarsi Gabriele e le chiese se poteva offrirle qualcosa.
Gabriele ” Lele ” Vangelis era un giovane e brillante editor di una casa editrice di tendenza. La bio di Lisa Mai ” Cosa non fare mai ” vendette più di qualsiasi scuola per maghi adolescenti innamorati di vampiri. Il film ricavato surclassò qualsiasi slugfest tra gorilla giganti e robot giganti travestiti da utilitarie. Lelein questi giorni sta editando il nuovo libro di Lisa in cui si racconta di come un gorilla può innamorarsi di un mago.
Ma è un’idea davvero carina! Sul serio!! Con protagonisti proprio Paperino e Paperoga…
Perchè non lo metti in cantiere, Silvia?
😉
Alessandro ” Lisander ” Mai aveva la testa a forma di pera abate circondata da una task force di capelli una volta bianchi ora giallicci più radi dove sarebbe stato i picciolo, il naso come una pera coscia ed il colorito di una buccia di pera kaiser nella rumenta. Il suo corpaccione ricordava il frutto di un proverbio in cui entrano anche il contadino ed il formaggio.Era stato Teenager negli anni di piombo che aveva schivato mentre si faceva le pere come i suoi amici. Da maschio ricordava un disegno di Charles Addams, ma ad un certo punto aveva deciso di far emergere la persona che premeva dal profondo ed ora che era Lisa assomigliava ad uno schizzo di Jack Davis. Lisa aveva, alla soglia dei sessanta, solo i ricordi di una vita vissuta intensamente e di porte chiuse invariabilmente sul muso. Dopo il crepuscolo la si poteva troavare sempre nella stessa bettola a parlare con le altre scorie come lei di come era stata, in una vita precedente, il road manager di una popstar paranoica promossa poi ad assaggiatrice e della lavanda gastrica dopo la indigestione di filetto di airone al burro di yak nel pronto soccorso di un veterinario di un paradiso fiscale da operetta. Cose così. Una sera Lisa notò per la prima volta, seduto ad un tavolino lontano dal suo ” show ” , un adone trentenne di quelli che nei film salvano la giornata e la ragazza. Tratti cesellati e ricciolo birichino. Cesello la guardava attento e sorrideva quando Lisa raccontava del pedalò pachistano ripieno di guano radioattivo contrabbandato come modernariato prezioso da un collezionista svizzero oltre il Muro perchè finisse nei laboratori di alcuni mad doctors che non vinsero la Guerra Fredda ed arricchirono con una alternativa allo slaim.
Cesello era lì anche la sera dopo quando Lisa evocava una miniera andina in cui il caporale puniva gli schiavi che dopo il crepuscolo non portavano abbastanza pepite cementando i loro i lobi delle orecchie e poi la scucchia e così via e di come Lisa si pagò la fuga a casa posando per uno scultore da biennale.
Una sera dopo l’altra. Lisa non osava sperare. Poi finalmente Cesello si alzò, le andò incontro , le sorrise e le disse di chiamarsi Gabriele e le chiese se poteva offrirle qualcosa.
Gabriele ” Lele ” Vangelis era un giovane e brillante editor di una casa editrice di tendenza. La bio di Lisa Mai ” Cosa non fare mai ” vendette più di qualsiasi scuola per maghi adolescenti innamorati di vampiri. Il film ricavato surclassò qualsiasi slugfest tra gorilla giganti e robot giganti travestiti da utilitarie. Lelein questi giorni sta editando il nuovo libro di Lisa in cui si racconta di come un gorilla può innamorarsi di un mago.
😀
Su Facebook c’è il gruppo cucinaremale.
Un autentico successo di disastri e risate a non finire.
😀