🙁 Ti capisco… ho dovuto convertirmi anch’io … ogni volta è una lotta con app inutili che mi compaiono all’improvviso mentre cerco di aprire quello che mi interessa davvero…
Anche il mio smartphone, quando occorre, non mi porta mai un parapioggia; e tantomeno un parasole o un paravento. Senza motivo, spesso, mi porta in un parapiglia o addirittura in Paraguay. E a pensarci bene, non mi serve né come parafulmine o come paratia e neanche da paralume o da paracarro. Non é un paramedico, non fa da paracadute e manco una parata, e non dice neppure parapáponziponzipéro. Ma..vuoi vedere che: essendo utilmente inutile, lo smartphone sia solo un paradosso?! 🙂
Bo ” Botolo ” Tartan aveva qualcosa di batracico e qualcosa del carlino sbavante che ti guarda dalla vetrina mentre ti allontani con un cucciolo di Labrador. Non era bello nemmeno da bimbo e non era migliorato con gli anni ed ora che era approdato al lato oscuro dei sessanta sembrava il fossile di una tartaruga, ma solo nei suoi giorni migliori. Probabilmente i suoi neuroni si stavano ossidando da tempo, ma per anni avevano funzionato egregiamente ed era diventato il leader dei parapioggia. Esportava persino nella Terra del Sol Levante. La NASA pensava al suo output per i cosmonauti in orbite troppo vicine al sole. Lo aveva accompagnato come una ombra la sua segretaria Pola ” Palo ” Martas, una pertica senza curve e cedimenti anche ora che aveva l’età per la tombola pomeridiana la domenica x scampare alle visite dei nipoti che comunque non aveva. Palo , come da copione, amava silente da sempre il suo Botolo che non se ne era mai accorto nemmeno quando i neuroni lavoravano a pieno regime. Ora che era quasi al crepuscolo, Botolo aveva fatto uno scarto di lato, come il brocco di Animal House, e si era incapricciato di una piratessa equina e dentuta e curvilinea come la pista della morte in certi videogames. Korsara comunque non rispettava lo stereotipo della bella oca perchè aveva una memoria esagerata e non era mai riuscita davvero a dimenticare quell’ombra sullo sfondo. Come avere la carta da parati con il disegno di Macchia Nera. Un bassorilievo senziente. Non so se rendo. Pasturò a lungo, ma Botolo era tutto concentrato nel suo ruolo di rattuso ottuso e non capì. Alla fine fu Palo a realizzare di avere un nemico e pianificò.
Era il test di un ombrello ecologico del tutto impermeabile anche in caso di tsunami. i tre insieme alle barbe zapotechiane dei testers erano in un campo di grano sotto un temporale a la William Turner. Il fulmine prese in pieno l’ombrello di Korsara arricciando la sua criniera di cavalla di razza. Non si fece molto male, ma da allora passa il tempo giocando a tombola con nipotini che vede solo lei e non solo la domenica. Botolo ci rimase male e tornò ad abbracciare metaforicamente, come prima più di prima , il suo Palo. Nessuno ebbe mai alcun sospetto.
🙁 Ti capisco… ho dovuto convertirmi anch’io … ogni volta è una lotta con app inutili che mi compaiono all’improvviso mentre cerco di aprire quello che mi interessa davvero…
😀
Anche il mio smartphone, quando occorre, non mi porta mai un parapioggia; e tantomeno un parasole o un paravento. Senza motivo, spesso, mi porta in un parapiglia o addirittura in Paraguay. E a pensarci bene, non mi serve né come parafulmine o come paratia e neanche da paralume o da paracarro. Non é un paramedico, non fa da paracadute e manco una parata, e non dice neppure parapáponziponzipéro. Ma..vuoi vedere che: essendo utilmente inutile, lo smartphone sia solo un paradosso?! 🙂
😀
…apposta li fanno impermeabili, ormai… O:-)
🙂
Bo ” Botolo ” Tartan aveva qualcosa di batracico e qualcosa del carlino sbavante che ti guarda dalla vetrina mentre ti allontani con un cucciolo di Labrador. Non era bello nemmeno da bimbo e non era migliorato con gli anni ed ora che era approdato al lato oscuro dei sessanta sembrava il fossile di una tartaruga, ma solo nei suoi giorni migliori. Probabilmente i suoi neuroni si stavano ossidando da tempo, ma per anni avevano funzionato egregiamente ed era diventato il leader dei parapioggia. Esportava persino nella Terra del Sol Levante. La NASA pensava al suo output per i cosmonauti in orbite troppo vicine al sole. Lo aveva accompagnato come una ombra la sua segretaria Pola ” Palo ” Martas, una pertica senza curve e cedimenti anche ora che aveva l’età per la tombola pomeridiana la domenica x scampare alle visite dei nipoti che comunque non aveva. Palo , come da copione, amava silente da sempre il suo Botolo che non se ne era mai accorto nemmeno quando i neuroni lavoravano a pieno regime. Ora che era quasi al crepuscolo, Botolo aveva fatto uno scarto di lato, come il brocco di Animal House, e si era incapricciato di una piratessa equina e dentuta e curvilinea come la pista della morte in certi videogames. Korsara comunque non rispettava lo stereotipo della bella oca perchè aveva una memoria esagerata e non era mai riuscita davvero a dimenticare quell’ombra sullo sfondo. Come avere la carta da parati con il disegno di Macchia Nera. Un bassorilievo senziente. Non so se rendo. Pasturò a lungo, ma Botolo era tutto concentrato nel suo ruolo di rattuso ottuso e non capì. Alla fine fu Palo a realizzare di avere un nemico e pianificò.
Era il test di un ombrello ecologico del tutto impermeabile anche in caso di tsunami. i tre insieme alle barbe zapotechiane dei testers erano in un campo di grano sotto un temporale a la William Turner. Il fulmine prese in pieno l’ombrello di Korsara arricciando la sua criniera di cavalla di razza. Non si fece molto male, ma da allora passa il tempo giocando a tombola con nipotini che vede solo lei e non solo la domenica. Botolo ci rimase male e tornò ad abbracciare metaforicamente, come prima più di prima , il suo Palo. Nessuno ebbe mai alcun sospetto.
😀
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